The Curse of the Demon [originale]Rating PG-13; Content Warning: menzione di violenza, bullismo, abuso domestico, gaslighting

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    -Autore: »Primoo e Just_Robin
    -Fandom: Originale, Round Robin (storia a più mani)
    -Rating: PG-13
    -Tipologia: Long-fic, status: abbandonata
    -Generi: High Fantasy, LGBTQIA+, Romantico, Young Adult, Slice of Life
    -Avvertimenti: menzione di graffi e atti di bullismo;
    -Personaggi: Asko (protagonista), Waleen (protagonista), vari personaggi secondari

    Note degli autori: Questa è la primissima versione della storia originale che scriviamo insieme (molto a rilento) io e lx mix ragazzx. L'abbiamo scritta ormai quattro anni fa, in occasione del November National Writing Month (NaNoWriMo) del 2020!
    Io e Robin ci alternavamo nella scrittura dei capitoli; se io scrivevo il primo, lui scriveva il secondo. Per questo alcuni capitoli sono incompleti o non iniziati, perchè quando abbiamo perso ispirazione per questa storia eravamo a punti diversi della storia. xD Non se se li posterò tutti ma intanto ecco il primo con anche il consenso di Just_Robin :3


    Capitolo 1: Calm before the Storm;


    Asko era in camera propria, in mezzo ai libri.
    Non che ne avesse granché voglia, ma suo padre era stato chiaro: doveva studiare duramente, così quando sarebbe arrivato il momento lo avrebbe sostituito, diventando il prossimo capo villaggio.

    Asko sospirò annoiato, giochicchiando con la piuma inchiostrata che stava usando per prendere appunti, volgendo lo sguardo alla finestra poco lontana da lui. Si domandava cosa stesse facendo <i>Waleen
    in quel momento… sicuramente si stava divertendo più di lui, in quel momento.

    Posò di nuovo lo sguardo sul libro, fissando le parole, leggere veramente il loro significato. Quanto tempo era già passato? Forse con una scusa sarebbe riuscito a sgattaiolare fuori a giocare…
    No! Non poteva!

    “Ma devo per forza studiare così tanto? Davvero mi servirà sapere queste cose?!”
    Bisbigliò tra sè e sè, scocciato. Anche se di malavoglia, tornò a prendere appunti.
    Ma appena posò la piuma sul foglio, cominciò a sentire dei picchiettii sulla finestra.

    Asko alzò di nuovo lo sguardo, guardando la finestra, stranito.
    “Uh…?”
    Non c’era nulla. Fece spallucce, tornando a scrivere.

    Ma pochi secondi dopo, sentì un altro picchiettio, stavolta più forte.
    “Ma che diamine-”
    Non riusciva più a ignorare quei rumorini… lo sconcentravano! Si alzò, dirigendosi verso la finestra ed aprendola. Ritrovandosi faccia a faccia con Waleen, che vedendolo così all’improvviso a pochi centimetri da lui, si spaventò.
    “AAAAAAAHHHH!!”
    Il bambino urlò, perdendo l’equilibrio e sbilanciandosi all’indietro.
    “LEEN! ATTENTO!”
    Asko fu veloce, lo afferrò subito per un polso e tirandolo in avanti, facendolo entrare in camera propria. Cercò di riprendersi dallo spavento, incrociando poi le braccia e fissando Waleen, contrariato.
    “Ma sei pazzo, Leen?! A momenti cadevi di sotto! Ti saresti fatto male o peggio! Scemo!”

    Scosse la testa, mentre Waleen ridacchiava, grattandosi la testa.
    “Beh, non sono caduto! Che problema c’è, Meala?”
    Asko sospirò, scuotendo ancora la testa e poggiando una mano sulla propria fronte.
    “E certo, perchè ti ho afferrato in tempo io! Ma poi come hai fatto ad arrampicarti fino a qui?!”
    Il suo amico fece spallucce, mettendo poi le mani dietro la propria testa.
    “Mi dispiace, è il mio piccolo segreto! Andiamo a giocare? Non puoi stare tutto il giorno sui libri! Senza di te è una tale noia!”
    Asko lo guardò, poi guardò i libri… e scosse di nuovo la testa dispiaciuto.
    “Se non finisco il libro entro oggi mio padre mi mette in punizione…”

    Waleen si avvicinò al libro, sbirciando il contenuto. E dopo manco un secondo, sbadigliò.
    “Ma come fai a non addormentarti con sta roba?! Ma poi a che ti serve sapere ste cose quando sarai capo villaggio?”
    Asko era contento che almeno non era l’unico a pensare quelle cose. Si avvicinò anche lui al libro, rimettendosi a sedere e prendendo la piuma, pronto a ricominciare a studiare, ma…

    Waleen gli fregò la piuma.
    “HEY! Ridammela, mi serve!”
    Asko si alzò di nuovo, cercando di recuperare la piuma, ma Waleen faceva ben attenzione a non fargliela riprendere. Il bambino si avvicinò alla finestra, mettendosi poi la piuma tra i capelli e sedendosi sul bordo di essa.
    “Lo sai che studiare troppo fa male? Daaaaai! Giochiamo giusto un pochetto! Oh! Sennò ti porto con me alla fattoria! Potremmo dar da mangiare alle galline! Così se tuo padre ti becca hai una scusa!”

    Asko guardò Waleen, rassegnato. Certo che era proprio un testardo quando si metteva in testa una cosa! Probabilmente non gli avrebbe ridato la piuma fino a che non avrebbero giocato un pochino insieme… non che gli dispiacesse, stava giusto cercando una scusa per smettere di studiare quel libro noiosissimo.

    Alla fine accettò di prendersi una pausa dallo studio, facendosi aiutare da Waleen a scendere passando dalla finestra, in modo che suo padre non l’avrebbe visto uscire di casa. Una volta scesi entrambi sani e salvi, Asko si stiracchiò, respirando a pieni polmoni l’aria.
    Si sentiva decisamente molto meglio ora che era all’aria aperta! Stare in casa a studiare era troppo opprimente.

    Cominciarono a incamminarsi verso la foresta, la fattoria dove abitava Waleen era leggermente fuori dal villaggio. Scesero le scale che portavano al piano inferiore del villaggio, dove c’erano la maggior parte delle case e negozi. Quella era la parte più povera del villaggio.
    Il piano dove abitava Asko invece era la parte più ricca, dove si trovava la sua casa, un paio di negozi più “in”, la caserma e la chiesa.

    Una volta scese tutte le scale, Waleen si fece più guardingo. Soprattutto quando cominciarono a sentire in lontananza le voci degli altri bambini.
    Asko capì subito la situazione e prese Waleen per mano, avviandosi verso la direzione opposta agli schiamazzi e cioè verso la piazza del villaggio. Però sapeva che era meglio non attraversarla, non voleva che la gente cominciasse a fissare Waleen.
    Erano sempre tutti cattivi con lui… Asko si sentiva triste ogni volta che vedeva la gente trattare male il suo amico. Perchè lo trattavano tutti così? Perchè gli gridavano sempre che era maledetto? Solo perchè aveva delle corna e i capelli rossi?

    Quei pensieri lo rattristarono un pò e si voltò a guardare Waleen, che ora che stavano facendo il giro evitando le strade principali, sembrava stare meglio. Il bambino notò che lo stava guardando e così gli fece un piccolo sorriso. Anche Asko sorrise, spingendolo leggermente con una mano, facendolo ridacchiare. Anche Waleen lo spinse leggermente e da lì fu un attimo a sfidarsi a chi arrivava prima alla fattoria.
    Entrambi diedero il meglio di sè nella corsa anche se Asko fece fatica a tener testa a Waleen, che era leggermente più alto di lui. Alla fine toccarono contemporaneamente la staccionata davanti alla fattoria, leggermente affaticati dalla corsa.

    Waleen alzò le mani al cielo vittorioso.
    “HO VINTO IOOOO! EHEHEHEH!”
    Asko sbuffò, mettendo le mani sui fianchi e scuotendo la testa.
    “Non è vero! Ho vinto io! Ho toccato io per primo la staccionataaaaa!”
    E cominciarono a battibeccare su chi fosse il vero vincitore di quella gara improvvisata.

    “Ecco dov’eri finito, Wally!”
    Arrivò la madre di Waleen, la signora Tuija. La donna aveva come sempre un sorriso dolcissimo stampato sul volto; era una di quelle persone che illuminano la stanza appena vi entrano.
    Asko la ammirava molto, si chiedeva se anche la propria mamma era come lei, visto che erano amiche da giovani.

    Tuija si avvicinò a loro con un secchio in mano. Troppo pesante forse, sembrava far fatica a trasportarlo.
    Waleen prese subito il secchio, sorridendo alla madre che contraccambiò il sorriso, scompigliandogli leggermente i capelli.
    “Ero andato a salvare Asko dai libri, eheheheheh!”
    Tuija ridacchiò, scompigliando i capelli anche ad Asko.
    “Povero piccolo, tuo padre ti fa studiare tanto, eh? Ti meriti una piccola pausa!”
    Asko fece un sorriso, grattandosi la testa. Era una donna gentilissima, invidiava così tanto Waleen… voleva anche lui una mamma.

    Waleen chiese alla madre se Asko poteva aiutarlo a dar da mangiare alle loro galline e una volta ottenuta la sua approvazione, si diressero verso il pollaio.
    Le galline erano già fuori da esso, a ruzzolare qua e là per il recinto, ma appena notarono Waleen arrivare con la pappa, cominciarono a dirigersi verso di lui zampettando allegre e saltellando impazienti appena lo raggiungevano.
    Che carine, sembravano così soffici!
    Waleen avvicinò il secchio con il mangime verso Asko, indicando poi le galline muovendo leggermente la testa verso di esse.
    “Vai, prendi una manciata e lanciala! Sennò stando tutte sullo stesso posto si scannano!”
    Asko annuì, prendendo una manciata di cibo e lanciandola, in modo che si sparpagliasse tutto a modo. Waleen fece la stessa cosa e poi ridacchiarono entrambi guardando le galline andare a beccare il mangime.

    A un certo punto però Waleen prese ancora una manciata, dando le spalle alle galline.
    “Guarda, lancio anche all’indietro!”
    Disse, cominciando anche a camminare all’indietro. Ma Asko notò che una gallina era dietro il suo amico.
    “Leen, atten-”
    Troppo tardi, Waleen aveva pestato leggermente una zampa alla gallina.
    Per fortuna però non gli fece troppo male, ma… Tutte le galline si fermarono di colpo, rialzando le teste e fissando Waleen. Asko osservò la situazione, deglutendo. Waleen però si voltò e accucciò, cercando di capire se la gallina stesse bene.
    “Noooo! Scusami--- A...AH!!”
    La gallina lo travolse, facendolo cadere per terra e cominciando a beccarlo. Asko cominciò a ridere, scuotendo la testa.
    “Sei proprio sbadato, Leen!”
    Ma smise di ridere appena notò che anche le altre galline si stavano avvicinando. Alla velocità della luce. E non sembravano AFFATTO contente.
    “Oh diamine---”

    Asko cercò di levare la gallina che era addosso a Waleen. Dovevano scappare SUBITO! Riuscì a liberare Waleen, aiutandolo a rialzarsi e prendendolo per mano, correndo alla velocità della luce fuori dal recinto. Ma si scordò di chiudere il cancello, così le galline continuarono a inseguirli senza sosta. Waleen ora era in lacrime e a momenti anche Asko.
    “MAMMAAAAAA!”

    Tuija stava dando da mangiare ai cavalli, ma appena vide Asko e il proprio figlio inseguiti dalle galline, quasi si prese un colpo.
    “Svelti bambini, entrate in casa!”
    Disse loro, raggiungendo la porta di casa e aprendola per loro, chiudendola subito una volta entrati.

    Tuija restò fuori a calmare le galline e riportandole al recinto, mentre Asko e Waleen si riprendevano sia dalla corsa che dallo spavento. Waleen non la smetteva di piangere e intanto Asko si sentiva in colpa per aver riso che la gallina lo aveva beccato… Soprattutto dopo aver notato che il suo amico aveva alcuni graffi e ferite (per fortuna piccole) un pò ovunque.
    “Leen… fa tanto male?”
    Chiese Asko preoccupato, cercando di consolarlo. Waleen tirò su col naso, scuotendo la testa.
    “N-no… sniff…”
    Era ovvio che stesse mentendo… quindi mentre Tuija faceva calmare i pennuti, Asko cercò in casa qualcosa per medicare il suo amico.

    Una volta calmati i cucco e bendate le ferite di Waleen, i due decisero di uscire di nuovo, per far merenda all’aperto. Asko come sempre aveva con sè i biscotti alla banana e cioccolato fatti da suo padre, che ormai sapeva piacessero anche a Waleen. Suo padre gliene dava sempre in più per condividerli insieme. Ma proprio mentre si stavano per sedere su un ceppo, Asko vide arrivare sua sorella Zalya, e poco dietro a lei c’erano le sue amiche; Mikyo e Kyoni, accompagnate da loro madre, la signora Dasel. Asko sbuffò vedendo tutte quelle femminucce raggiungerli, sperava che almeno per un giorno non avrebbe avuto noie!
    E invece no.
    “Koooooookooooooo! Eccotiiiiiii!”

    Zalya arrivò di corsa, cominciando a dar noia ad Asko, punzecchiandolo ovunque con un rametto. Asko guardava il vuoto, sospirando. A volte desiderava essere figlio unico.
    E mentre Asko cercava di sopportare la propria sorella, Dasel diede un bacino sulla guancia alle loro figlie, che si stavano lamentando di tale bacio. La signora poi guardò Waleen, notando le ferite che aveva.
    “Oh cielo, che ti è successo? Spero non siano stati di nuovo i bulli…”

    Waleen la guardò timidamente, guardando poi altrove e mangiandosi un biscotto di Asko, scuotendo la testa. Non era abituato a tutte quelle persone intorno a lui, ma sembrava contento che almeno loro non lo trattassero come un appestato. Asko spiegò per lui cosa fosse successo e Dasel ascoltò, triste per quel che era successo al bambino. Dopo aver ascoltato il racconto, raggiunse la madre di Waleen in casa, probabilmente per bersi del thè insieme e chiaccherare un pò. I bambini invece cominciarono a far merenda, ma…

    “Dove sono i miei biscotti?! Wally, li hai presi tu, ammettilo!”
    Zalya guardò Waleen, imbronciata. Ma Waleen la guardò un pò spaventato, scuotendo la testa.
    “N… no…”
    Asko scosse la testa, indicando dietro Zalya, continuando a mangiarsi i propri biscotti.
    “Mi sa che sono stati quei due, sai…”
    Zalya allora si girò confusa, domandandosi di chi stesse parlando suo fratello.

    Dietro di lei c’erano due bambini più piccoli di loro praticamente identici tra loro… e uno aveva in mano il suo fagotto con i biscotti! E se li stavano mangiando!
    Zalya era FURIOSA. Pestò un piede per terra, indicandoli.
    “BRUTTI LADRUNCOLI, RIDATEMI I MIEI BISCOTTIIIIIIII!!”
    I bamini si spaventarono, cominciando a scappare… e ovviamente Zalya cominciò a rincorrerli!
    Mikyo, intanto, faceva il tifo per lei.
    “Vai, Zalya! Fai vedere a quei ladruncoli chi comanda!”
    Intanto, Asko e Waleen osservavano la scena, senza neanche pensare per mezzo secondo di aiutare Zalya. Però dopo qualche minuto, il bimbo che teneva la merenda tra le mani, inciampò--- e il fagotto con i preziosi biscotti volò dritto dritto nel fiume lì vicino a loro.
    Il bimbo caduto cominciò a piangere, mettendosi seduto e il gemello si sedette accanto a lui, cominciando a piangere anch’esso. A momenti piangeva anche Zalya.

    “Lhaki, Lhami! Che è successo?”
    Arrivò quella che sembrava la madre dei due bambini, prendendoli entrambi in braccio. Guardando male il gruppetto, soprattutto Waleen. Bisbigliò qualcosa prima di andarsene, ma non si sentì cosa.
    A Waleen però sembrava essere appena passata la fame.

    Asko notò che Waleen si era appena intristito e allora si alzò, afferrando Waleen per un braccio costringendolo ad alzarsi.
    “Ok, basta mangiare! E’ tempo di giocare! Ma solo io e te Leen!”
    Zalya lo guardò indispettita, incrociando le braccia.
    “Hey! Ci siamo anche noi!”
    Asko fece spallucce, annuendo.
    “Lo so… per questo ho detto che vado a giocare solo con Leen!”
    Sua sorella cercò di afferrare il suo fagotto con ancora qualche biscotto dentro, ma Asko lo portò in alto per non farcela arrivare, facendole la linguaccia.
    “Eddaiiiii! Dammene almeno uno! I miei li hanno rubati e poi sono finiti nel fiume! Ci vuole un pò di solidità tra fratelli…”
    Asko sospirò, aprendo il fagotto e porgendole un solo biscotto, pattandole poi la testa.
    “Si dice solidarietà, scema”
    Zalya si arrabbiò leggermente per la correzione del fratello, sbattendo un piede e sbuffando.
    “E io che ho detto, scusa?! Soli… sola… saldo…”

    Asko scosse la testa, prendendo per mano Waleen e cominciando a camminare lontano da sua sorella, che però continuava a seguirlo, mentre Mikyo e Kyoni seguivano lei.
    “Mi hai pure dato un solo biscotto, che tirchio che sei! Io ho fame! Dovresti trattare meglio tua sorella, uffa!”
    Mikyo annuì, dando ragione all'amica e mettendo le mani sui propri fianchi.
    “E’ vero! Io condivido sempre le mie cose con mia sorella!”

    Asko pensò ancora una volta di voler essere figlio unico. Tirò fuori un altro biscotto, usandolo per tappare la bocca a sua sorella.
    “Ora basta però! Resta con le tue amiche a giocare o ci riempite di germi delle bambine, ugh!”
    Sua sorella si fermò, mangiando il biscotto tutta contenta e in pace con se stessa.

    Asko e Waleen trovarono un posto perfetto per giocare, era una pianura poco lontana dal villaggio, quindi nemmeno era troppo lontano di quanto era consentito a loro bambini di star fuori da esso. Presero entrambi dei rametti, facendo finta che fossero spade e cominciarono ad agitarli facendo dei rumori con la bocca, fingendo di lottare tra loro. Asko ridacchiò, scagliando un fendente, dandogli un nome assurdo, come se fosse stato un attacco speciale.
    “Sai, da grande mi piacerebbe fare la guardia invece del capo villaggio! Però ho paura di dirlo a papà…”
    Waleen sospirò, smettendo di giocare e guardando per terra.
    “Piacerebbe anche a me fare la guardia… magari così la gente non avrebbe più paura di me…”

    Asko non ebbe tempo di aprir di nuovo bocca, perchè si sentirono delle risate poco più lontane da loro. Erano i soliti bulletti che non volevano mai lasciar stare Waleen, capitanati da quello più grande: Uma.
    “TU? Una guardia? AHAHAHAHAH! Altro che guardia, dovresti fare lo scemo del villaggio! Fai troppo ridere!”
    Asko li guardò di storto e Uma lo indicò, ridacchiando.
    “Ma perchè sei sempre in giro con questo scemo? Con noi ti divertiresti di più!”
    Un altro bambino, Tashi, si fece strada, facendo spallucce, con l’aria di chi la sapeva lunga.
    “Secondo me gli sta sempre intorno solo perchè gli fa pena! AHAHAHAH! Che sfigatooooooo!”

    Waleen guardò Asko, per poi guardare a terra. Nei suoi occhi si vedeva quanto il bambino dai capelli rossi fosse stato ferito da quelle parole. Era davvero possibile che Asko, il suo migliore amico da quando viveva lì, lo fosse solo perchè… gli faceva pena? Il bambino cominciò a sentire il pizzicore negli occhi, ma non voleva piangere davanti a quei bulletti.
    “Meala… ti prego, dimmi che non è vero…”

    Ma Asko non lo sentì, si era appena fiondato su Uma, cominciando a prenderlo a pugni.
    “NON DOVETE PIU’ PERMETTEVI DI DIRE CERTE COSE AL MIO AMICO!”
    Ma ora tutti i bambini stavano pestando Asko; Waleen non poteva lasciarlo così in difficoltà! Così si buttò nella mischia pure lui, tirando pugni e calci agli altri bambini, cercando di aiutare Asko.

    Tutto questo finchè… un corno di Waleen passò involontariamente sulla guancia di Tashi, provocandogli una ferita, fortunatamente non profonda. Il bambino cominciò a piangere tenendosi la guancia mentre gli altri arretravano, impauriti da lui.
    “N… no… s-scusa, non volevo…”
    Ma i bambini cominciarono a indicarlo.
    “Demone! Demone! E’ davvero un demoneeeee!”
    Anche Waleen però era spaventato. Voleva solo prendere a pugni i bulli che stavano picchiando Asko, ma non voleva ferirli in quel modo.

    I bambini scapparono, probabilmente a raccontare tutto ai loro genitori. Asko cercò di riprendere fiato e si rialzò, avvicinandosi a Waleen. Il bambino sembrava molto scosso, sotto shock.
    “Leen… tutto ok?”
    Ma Waleen guardava il terreno, senza guardarlo. La vista del sangue lo aveva traumatizzato. Fino a quel momento non aveva mai pensato che c’era la possibilità di ferire qualcuno con le proprie corna. Forse era quello uno dei motivi per cui la gente aveva paura di lui? Forse, in fondo, era davvero un demone...
    “Non… non volevo fargli male… sniff… n-non… io non...”
    Asko gli diede una pacca sulla spalla, cercando di consolarlo. Ma Waleen cominciò a piangere, singhiozzando.
    “Hey, lo so che non volevi fargli male! Tu non faresti mai male nessuno, manco a una mosca! Sono sicuro che se diremo ai loro genitori com’è andata veramente, non succederà nulla! E poi… ecco! Gli diremo che ci stavano trattando male, così saranno loro a finire in punizione!”
    Waleen annuì, anche se non ci credeva molto, e tirò su col naso.
    “S-Se lo dici tu…”
    Sapeva fin troppo bene quanto gli adulti sapessero essere crudeli contro di lui. Era consapevole che quel che era appena successo lo avrebbe messo nei guai…
    Ma Asko cercò di asciugargli le lacrime, porgendogli poi il proprio fagotto, con gli ultimi biscotti rimasti.
    “Vedrai, sarà così! E in ogni caso ti difenderò sempre!”
    Waleen lo guardò, un pò più rassicurato. Cercò di asciugarsi le lacrime con la manica della maglia, per poi prendersi un biscotto e mangiandolo.
    “S… sempre sempre?”
    Asko gli sorrise, mettendogli un braccio intorno alla spalla, abbracciandolo.
    “Sempre sempre! Te lo prometto solennemente!”
    Waleen gli sorrise di rimando, annuendo.
    “Anche io ti difenderò sempre, Meala! E’ una promessa!”
    E poi, fecero la loro stretta di mano segreta, per suggellare la loro promessa.


    Continua...



    Story, Code & Credits to »Primoo and Just_Robin; dont Steal!



    Credits immagine: arcanegold

    Edited by »Primoo - 9/4/2024, 23:03
     
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    Che ricordi, ancora non ci credo che sono passati già 4 anni 🥺💖💖💖💖
    Presto scriveremo anche la nuova storia 👀
     
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    Bell'inizio! Sembra interessante come storia, non vedo l'ora di vedere Asko e Waleen un po' più grandi (suppongo si vedranno più cresciutelli, essendoci il genere Young Adult :3).
    Meala significa qualcosa in particolare? Ho notato che Waleen chiama spesso Asko in questo modo, ha un significato o è semplicemente un altro nome o il cognome di Asko?
     
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    Grazie mille per aver letto!! 😭✨

    CITAZIONE
    non vedo l'ora di vedere Asko e Waleen un po' più grandi (suppongo si vedranno più cresciutelli, essendoci il genere Young Adult :3).

    Sisi praticamente avevamo strutturato questa storia in 3 arc, uno da bambini (questo), il secondo da adulti (dal cap 8-9 mi pare) e il terzo, che non siamo mai arrivate a scrivere, due anni dopo il secondo arc. :D

    "Meala" è un termine che nella lingua del mondo ha un significato tipo "miə carə", in verità credo di averlo preso dall'irlandese perché in questa versione avevo basato pesantemente l'aspetto e l'outfit di Waleen sulla cultura celtica.
     
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    in verità credo di averlo preso dall'irlandese perché in questa versione avevo basato pesantemente l'aspetto e l'outfit di Waleen sulla cultura celtica.

    Mi pare di sì! Cercavamo un nickname cute con cui potesse chiamarlə!
    Mi emoziono a vedere che la nostra storia viene letta 😭💕
     
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    Note degli autorx: Eccoci qua con il secondo capitolo! Prima di iniziare, ho modificato il rating della storia, penso sia adeguato adesso anche pensando in relazione ai prossimi capitoli. :D Diciamo che a volte io sono una fan sfegata dell'angst e se non c'è Robin a contenermi farei soffrire tutti i pg ancora di più </3
    Dunque, pensavo che quando posto un nuovo capitolo propongo ancora una volta lo schema di inizio topic, solo con gli avvertimenti per il relativo cap.

    Dunque, eccoci qua :D Questo capitolo l'ho scritto io, mentre lo rileggevo me ne sono ricordata! E infatti scrivo TROPPO. Quelli di Robin sono più scorrevoli, mi scuso ;v; Dovrei mettere un CW anche per i miei capitoli enormi,,,


    cap2scaduto.jpg
    Capitolo 2: Shadows lurking in;


    Il giorno dopo quel che era successo con Waleen, Asko stava ancora studiando. Si girava e rigirava la piuma tra le dita, annoiato. "Uff…"
    Studiare non gli piaceva proprio. Ogni volta che cercava di leggere qualcosa da quel libro polveroso che gli faceva studiare suo padre, gli veniva sonno.
    Perchè doveva sapere con precisione com’era fatto il consiglio di Duskhill? O la geografia dei regni vicini!?
    Il ragazzino sbadigliò, riportando lo sguardo sul libro, sbuffando. "Allora, subito fuori dalla foresta c’è Ocelia... O era Firalya? ARGH Non mi ricordo-- Oh."
    Asko cedette, leggendo la pagina. "Non ci sono città vicino alla foresta…"

    -…. rlo restare ancora qui! E’ pericoloso! -
    - Pericoloso! Pericoloso! -

    Le voci di qualcuno erano così alte che arrivavano fino alla stanza di Asko, che si trovava al secondo piano. Però era strano… Quello non era il giorno dei ricevimenti! Perchè c’erano persone che parlavano con suo padre?
    Asko si grattò il naso con la piuma, cercando di sentire di più. Ma adesso quelle persone parlavano nuovamente a voce bassa…
    (Ok, per oggi basta studiare!) pensò. Asko era troppo curioso. E poi, aveva un brutto presentimento…

    Saltò giù dalla sedia, avvicinandosi alla porta quatto quatto e aprendola quel tanto che gli bastava per passarci. Poi si inginocchiò, avvicinandosi alla scala pian piano e sbirciando di sotto.
    La sala dei ricevimenti era subito sotto, e--- Era piena di persone!
    Suo padre stava seduto sulla sua sedia da capovillaggio (e anche se non poteva a volte Asko ci saliva, cercando di capire come si sarebbe sentito una volta avuto quel ruolo)-- ma sembrava parecchio a disagio, non stava un attimo fermo.

    Le voci che aveva sentito poco prima appartenevano a due signore di mezz’età, che tenevano le spalle dei loro figlioletti e se la prendevano con Konnor.
    Asko riconobbe subito uno di quei bambini. Aveva una benda sulla guancia-- Era il ragazzino che aveva ferito il giorno prima Waleen! Per sbaglio!

    "Quello è un demone! Mio figlio poteva morire!" La donna che stringeva le spalle del bambino era rossa dalla rabbia, e il bambino ferito sembrava mettere su una scenetta ben architettata, perchè faceva finta di piangere nascondendo il volto nel vestito della madre.
    "Uaaahhhh! M-mi fa ancora male, mamma! Sono maledetto anche io ora…!?" Gli tremò il labbro, e Asko sentì la rabbia crescergli in petto. Come potevano parlare così di Waleen!? Guardò suo padre, sperando che almeno lui avrebbe avuto un po’ di buon senso.

    Konnor sospirò, alzandosi dalla sedia. "E’ solo un bambino, Karen. Sono sicuro che stavano soltanto giocando, non l’ha fatto apposta---"
    "A-aveva gli occhi rossi! Rossi rossi!" Il bambino guardò il capovillaggio con le lacrimucce agli occhi, tenendosi ben stretto la gonna di sua madre. "E’ un demone, un demone!"

    "NO! Non è vero!" Asko non ce la faceva più a guardare.
    Scese le scale a due a due, INFURIATO.
    Suo padre sospirò, ma si aspettava che Asko avrebbe cercato di difendere Waleen. Erano migliori amici, in fondo. Scosse la testa, sperando che quello bastasse a mandarlo via, ma il bambino si avvicinò di più, determinato a difendere l’amico.
    "Ci stavano menando! Waleen stava cercando di aiutarmi! HA INZIATO LUI!" Disse, puntando il dito contro il bambino.

    Quello sgranò gli occhi, iniziando a piangere e puntandogli il dito contro anche lui. "Ehh!? N-Non è verooo!!"
    "Si che lo è! Ho ancora i lividi, guarda!!!" disse Asko, tirandosi su la maglia per fargli vedere i lividi lasciati dai pugni dei bambini, che aveva un po’ su tutto il torso.
    Il bambino adesso aveva paura, e si girò verso la madre, che guardava sia Asko che Konnor con aria infuriata. "N-non è vero, mamma!!! Non sono stato io, non ho fatto nienteeee!!"
    Asko incrociò le braccia, avvicinandosi ancora. "Smettila di dire bug--"
    Ma adesso fu la madre che iniziò a strilalre, prendendo il figlioletto piangente tra le braccia. "TU, NON OSARE AVVICINARTI AL MIO BAMBINO! Non ha fatto niente di male!".

    Konnor si avvicinò, preoccupato. Prese Asko per le spalle, allontanandolo dalla donna. Lei continuò a gridare, puntando il dito contro Konnor. "Come osi lasciar parlare così tuo figlio!? Sei un incompetente, ecco cosa sei! Questo villaggio è diventato pericoloso con te come capo! I demoni ci stanno maledicendo!"
    Il bambino annuì, facendo una pernacchia ad Asko.
    Asko guardava la scena, allibito. Perchè si comportavano così!? Waleen era innocente...

    Gli altri genitori dettero man forte alla donna, e Konnor strinse i pugni, agitato. "Io… E’ solo un bambino! Stavano solo giocando! Asko, stavate solo giocando, vero?"
    Asko lo guardò, incrociando le braccia. Lo sguardo di suo padre era disperato. Sapeva che cosa doveva fare. Guardò in basso, ammirandosi le dita dei piedi. "... Si, papà. Stavamo solo giocando, abbiamo iniziato noi…"

    Konnor annuì, pattando leggermente la schiena del figlio, in modo che gli altri non vedessero. "Ecco qua! Avete la vostra risposta! Stavano soltanto giocando. Parlerò io col bambino, e mi assicurerò che entrambi abbiano un’adeguata punizione."

    Adesso la donna stava sorridendo, e quando accarezzò la guancia medicata del figlio, il suo sorriso diventò più falso. "Oh, no. Ma non basta mica! Mio figlio ha subito un trauma! Pretendo un risarcimento di almeno tre monete d’oro."
    Konnor impallidì. "T... Tre monete d’oro!? Ma sono tantissime! Sta per arrivare l’inverno, il denaro ci serve! ribattè.
    "O forse dovrei accertarmi personalmente che quel bambino non faccia più del male a nessuno? Ho in mente diverse punizioni…"
    Konnor sentì Asko agitarsi, davanti a lui, e gli strinse leggermente la spalla, cercando di rassicurarlo. Poi sospirò. "E sia. 3 monete d’oro…".
    Si avvicinò alla cassaforte, riposta vicino alla sua sedia da capovillaggio. Non poteva rischiare che Waleen venisse ferito… Suo figlio non glielo avrebbe mai perdonato, e anche a lui quel bambino stava simpatico. Ma era anche il capovillaggio.

    Mentre Konnor apriva il forziere, prendendo le 3 monete d’oro rimaste dalla già misera collezione di monete che aveva per far fronte alle spese del villaggio, non poté fare a meno di chiedersi che cosa avrebbe fatto Jynpa al posto suo. Sentiva di non essere un buon capovillaggio… Sua moglie avrebbe senz’altro fatto meglio di lui. Sapeva sempre che cosa fare… E senza di lei, lui si sentiva perso.

    Konnor si avvicinò di nuovo alla donna, e quando lei tese la mano le poggiò le monete nei palmi della mano, seccamente. "La prossima volta non sarò così indulgente."
    "La prossima volta me la sbrigherò da sola." Rispose la donna, e insieme agli altri abitanti del villaggio uscirono, ridacchiando e bisbigliando cose che Konnor non sentì, ma che non promettevano niente di buono. Richiuse le porte della sua casa, appoggiandosi alla trave che chiudeva il portone e sospirando.

    "… Papà…? N-non mi metterai in punizione davvero, giusto…?"
    Asko si avvicinò a lui, preoccupato, e gli tirò una manica della tunica. Konnor scosse la testa, con un sorrisetto. "Mannò, Koko…! Non avete fatto niente di male, né tu, né Waleen" disse, poggiando le mani sulle spalle del figlio e guardandolo negli occhi. "Purtroppo qui la gente ha molta paura di lui… Ma hanno solo bisogno di tempo! Sono sicuro che più vivrà con noi, più la gente si abituerà a lui! Forse un giorno diventerete tutti amici, voi bimbetti…".
    Asko scosse la testa, imbronciato. "No! Con loro mai! Ecco!"

    Konnor sospirò, dando una pacca sulla spalla del figlio. "Vabbè… Vai a giocare, figliolo. Studierai domani, prenditi pure tutta la giornata libera.".
    Gli occhi di Asko si illuminarono. "W-WAH!? D-davvero!?".
    "Certo, certo! So che andrai a trovare Waleen, tanto! Non allontanatevi dalla fattoria, mi raccomando!".
    Suo figlio gli diede un abbraccio veloce, stringendolo alla vita, dove arrivava. "Grazie, papà! Sei il papà migliore del mondo!!".
    Konnor ridacchiò, scompigliando i capelli di Asko. ""Questo perchè ho il figlio migliore del mondo! Su, su! Vai ora, o sveglieremo tua sorella… Piange tutto il giorno se non dorme abbastanza, ahahah!".

    "Papà…? Che era tutto quel rumore…?" E infatti, Zalya apparve proprio in quel momento, trascinandosi dietro il coniglio di lana che le aveva cucito Konnor per il suo primo compleanno e strofinandosi un occhio. Konnor ridacchiò, mentre Asko usciva, e si avvicinò alla figlia, prendendola in braccio. "Ma niente, ma niente, Zaza! Hai dormito bene…?"
    "Ho sognato la mamma… Era bellissima, eheh!".

    ---


    Asko arrivò alla fattoria di Tuija, senza fiato per la corsa appena fatta. Bussò alla porta, tenendosi le mani sulle ginocchia e cercando di riprendere fiato. Doveva avvertirli subito! La porta si aprì un secondo dopo, ma Tuija era troppo presa a parlare con qualcuno per notarlo subito.
    "Insomma, se per qualche ragioni tu voglia stare lontana da casa per un po’, qua sei sempre la benv-- Oh, cielo! Asko, che hai combinato?" La donna lo squadrò, preoccupata, mentre Asko cercava di trovare le parole. "Io… Wa… Waleen--- Papà--- Volevano fa-- fargli-- ".

    Tuija scosse la testa, cingendogli le spalle e portandolo dentro casa. "Hey, hey… Va tutto bene! Adesso calmati un secondo, cerca di recuperare il fiato!" Tuija sorrise, e fece sedere Asko al tavolo. La signora Dasel era lì anche lei, e guardò Asko, rivolgendogli un sorrisetto. "Insomma, giovanotto! Ci farai venire un colpo!" .
    La donna gli versò un bicchiere d’acqua, mentre Tuija usciva in giardino. "Waleen! Corri dentro, c'è Asko e deve dirci qualcosa di importante!" urlò, a un cumulo di paglia.

    Da quel cumulo di paglia apparve la faccia di Waleen, che aveva tutta l’aria di essersi appena risvegliato da un sonnellino pomeridiano. "A… C'è Asko!?" Waleen SALTO’ GIU’ dalla paglia, correndo verso l'uscio.
    Tuija aspettò che si fosse avvicinato, e prima di dargli accesso alla casa, lo prese per la collottola della tunica; per poi iniziare a togliergli la paglia dai capelli e dai vestiti, energicamente. "Stupidone, perchè dormi nella paglia? Hai un letto che non finisce più!".
    Waleen sbadigliò, sbirciando dentro. "Eddai mamma, lasciami andare da Asko! Sulla paglia ci sto più comodo!".

    Asko intanto aveva finito il suo bicchiere d’acqua, e adesso si era calmato. Si affacciò alla finestra, salutando Waleen, che lo salutò di rimando. Tuija sospirò, lasciandolo entrare in casa. "Avevo appena pulito, eh! Dopo spazzi tu!".
    "Si, si! Dopo spazzo io!!" disse, entrando in casa e abbracciando Asko. Stette ben attento a non ferirlo con le corna, tenendo la testa più indietro. Non voleva che succedesse nuovamente quel che era successo il giorno prima… "Meala! Non pensavo di vederti oggi!".

    "Leen! Signora Tuija! Dovete stare attenti…!" Asko diede delle patte amorevoli sullla schiena di Waleen prima di sciogliersi dall'abbraccio dell'amico, mentre Tuija si rimetteva a sedere.
    Annuì con la testa, e mentre il bambino iniziava a raccontare quel che era successo poco prima con suo padre e i genitori dei bambini, Dasel le strinse la mano. L’altra donna sapeva che era difficile, per Tuija e Waleen… Ogni giorno, nel suo negozio di abiti, le donne che curiosavano tra la sua merce si confidavano con lei, dicendo che da quando c’era quel bambino il villaggio non era più un posto sicuro.

    Ma… Dasel fissò lo sguardo su Waleen, notando come il bambino sembrava preoccupato alle parole di Asko, come guardava in basso, pieno di vergogna. Era solo un bambino. Come avrebbe potuto fare del male a qualcuno?
    Tuija ricambiò la sua stretta di mano, rivolgendole un sorrisetto stanco. "Va tutto bene, Asko. Grazie per avercelo detto.". La donna si appoggiò contro lo schienale della sedia, sorridendo. "Sapevo che sarebbero successe cose del genere, prima o poi...".

    "Mamma, mi disp---" ma venne interrotto dalla madre, che si avvicinò e bloccò le sue parole sul nascere.
    "No, Walle. Non chiedere scusa per quel che sei, mai. Non sei tu ad avere torto…" Tuija accarezzò il volto del figlio, e Waleen sentì le lacrime pizzicargli gli occhi. Asko gli diede una spintarella con la spalla, preoccupato, e lui si asciugò le lacrime, guardando sua madre. "Grazie, mamma…".
    Tuija sorrise, alzandosi per scompigliare i capelli di entrambi. "Su, su! Che sono quei musi lunghi? Abbiamo i forconi e i cavalli, riusciremo a difenderci se proveranno davvero a fare qualcosa!" La donna canticchiò allegramente, e poi si avvicinò alla credenza in cui teneva le foglie essiccate per preparare il thè. "So io cosa ci vuole adesso! Un bel tè caldo per ravvivare gli animi!" La donna si alzò in punta di piedi, cercando di raggiungere lo scaffale più alto, ma non ce la faceva.

    Guardandola, Dasel ridacchiò, e si alzò dal tavolo, avvicinandosi a lei. "Lascia perdere, Jiji! Faccio io!" disse, mettendole una mano sul bacino e allungandosi per prendere la ciotola piena di foglie di tè. Tuija si sentì arrossire a quel contatto, e si ammutolì, ammirando quanto la donna fosse più alta di lei.
    Si riprese con un colpetto di tosse, prendendo la busta di tè dalle sue mani e facendole un occhiolino.
    "Oh, no! Che disdetta, abbiamo finito il thè!".

    Dasel le rivolse un’occhiata interrogativa, mentre Asko e Waleen giocavano con il centrino riposto sulla tavola. "Ma è proprio q---" Ma Tuija le strinse una mano, facendole un altro occhiolino. Poi nascose la ciotola di tè, voltandosi verso i bambini.
    "Bambini, che ne dite di andare nella foresta a giocare e cercare qualche erba aromatica? Così appena tornate faremo il thè con quello!".
    Waleen alzò lo sguardo, guardandola stupito. "Ma mamma, ci sono andato l’altro giorno! Hai già fumat-" ma Tuija bloccò le parole del figlio, arrossendo leggermente. "Walle!! Potreste andare anche a fare una passeggiata, ecco! In fondo non vi fa bene restare qui a muffire finchè c’è il sole, ecco!"
    Waleen fece spallucce, prendendo per mano Asko. "E va bene, va bene! Andiamo, Koko! Ti porterò a quella fontanina che ho trovato l’altro giorno! " Asko annuì, salutando le due donne con la mano. "Ohohho, avventura nella foresta!" E si avviarono, lasciando sole Tuija e Dasel. Quest’ultima si girò verso di lei, confusa. "Volevi mandarli via…?"

    Tuija le rivolse un sorrisetto, iniziando a mettere acqua nel pentolino per riscaldarla. "Stando fuori si divertiranno sicuramente! E adesso è quel di cui hanno bisogno…" disse, sbirciandoli allontanarsi dalla finestra. Poi riportò lo sguardo su Dasel, sorridendole. "E poi volevo restare sola con te, Dasel! Voglio passare più tempo possibile con te, prima che tu torna da lui…" Disse, l'amarezza presente nella sua voce al pensiero del marito della sua amica.
    Dasel ricambiò il sorriso della donna, avvicinandosi a lei. Sentire Tuija dirle che voleva passare del tempo con lei la fece arrossire un po’, e si avvicinò a lei, per aiutarla nella preparazione del thè. "Anche io voglio passare tempo con te, Jiji! In verità…" sospirò, guadando fuori dalla finestra. "… E’ che non amo mio marito. Non più, almeno… Ma le bambine hanno bisogno di un padre, e il negozio di abiti è suo… Non riuscirei a provvedere a loro da sola…".

    Tuija le mise una mano sulla spalla, per poi accarezzarle una ciocca di capelli che le sfuggiva dalla crocchia e rimettergliela dietro l’orecchio. "No, El. Le bambine hanno bisogno solo di una famiglia amorevole, e di un luogo sicuro… E anche tu. Ho una fattoria grande, potrei ospitarvi, stareste bene tutti…." ma Dasel la interruppe, scuotendo la testa e prendendole le mani. "No, Tuija. Non posso chiederti una cosa del genere, non sarei una buona amica…".

    Lei sospirò, accarezzando le sue mani. La parola “amica” non era quel che provava, ma non voleva forzare i suoi sentimenti. "Non preoccuparti di questo, El… Tu mi hai sempre aiutata, da quando sono tornata. Da prima, pure… Quando ho litigato con Jynpa tu mi hai ascoltata."
    La donna la guardò, incredula, "M-ma non è la stessa cosa! Tu ti stai offrendo di ospitarci tutti per chissà quanto!", ma Tuija scosse la testa, sorridendo. "Io ti voglio bene, Dasel. Non voglio che tu continui a sopravvivere così… Sai bene anche tu che non può andare avanti a lungo."

    Dasel guardò in basso, sospirando. "Già… Ma le mie figlie… Ho paura che mi odino, s-se le lascio senza un padre…" A quelle parole, delle lacrime le caddero dagli occhi. A Tuija si strinse il cuore a quella vista, e iniziò a passarle un braccio sulle spalle, cercando di confortarla. "El… Non ti odierebbero mai, lo sai anche tu…"
    La donna le passò le braccia attorno alla schiena, stringendola e lasciando che Dasel si sfogasse su di lei, tenendola abbracciata a sè. Dasel se l’abbracciò di rimando, chinandosi per poter appoggiare la testa sulla spalla della donna più bassa.

    Quando si fu un poco calmata, Tuija la scansò leggermente, iniziando ad asciugarle il volto, guardandola con un sorriso nostalgico. "Su, su… Ci sarò sempre per te, El. Puoi venire a confidarti con me quando vuoi, lo sai!" le disse, tenendo le mani intrecciate sulla sua vita. Quando se ne accorse, però, arrossì leggermente, facendo un colpetto di tosse e voltandosi verso il pentolino.

    Dasel si strofinò gli occhi, per poi abbassarsi su di lei e darle un bacino sulla guancia. "Grazie, Jiji… Menomale ci sei tu!" disse, cercando di aiutarla a scegliere le foglie del thè. L’altra donna divenne rossissima in volto, e per poco non rovesciava tutta l’acqua. "Ah--- D-di niente--- Ehm, come vuoi il tè?" balbettò Tuija, indicando il pentolino con la testa. Dasel ridacchiò, facendo spallucce. "Possiamo metterci dei chicchi di caffè? Preferisco quello!".
    Tuija scosse la testa, ridacchiando anche lei. "Possiamo fare anche il caffè oltre al tè! In fondo i ragazzi probabilmente non sono neanche arrivati alla foresta…" disse, guardando nuovamente fuori dalla finestra.

    ---


    Waleen agitò i piedi nell’acqua, ridacchiando con Asko. "Ehehe, ho scoperto questo posto giusto l’altro giorno!".
    "E’ proprio bello! Ma guarda anche quanto è bello… Questo!!" Asko gli lanciò un po’ d’acqua, e Waleen si agitò, per poi lanciargli un po’ d’acqua coi piedi di rimando. "Hey! Non vale così!" Waleen ridacchiò, per poi scendere dal muretto su cui era.

    Quella piccola radura nel verde sembrava essere stata fatta da alcuni umani, perchè il muretto su cui era seduto Waleen e la fontana erano chiaramente stati costruiti. Il muretto continuava fino a un’incavatura nella radura, e su questa incavatura c’era una piccola muratura, che si innalzava fino ad unirsi con la terra sopra di essa. Dietro dal muro, la foresta continuava come se niente fosse; invece, nel muro incassato c’era una piccola apertura, e un piccolo rubinetto di pietra faceva fuoriscire l’acqua, che si riversava in una lunga vasca di pietra, nella quale stavano giocando Asko e Waleen.

    Asko ridacchiò, buttandosi su Waleen e facendo finire entrambi nell’acqua. "EHEH! Così vale, invece!?"
    "M-Mealaa!! Così ci prenderemo un raffreddore, daiiii!"
    Asko iniziò a ridacchiare, rialzandosi e tendendo una mano all’amico. "Eddai, è solo un po’ d’acqua!".
    "Uffi! Questo era l’unico poncho decente che avevooo!" Waleen non sembrava contento quanto lui di giocare nell’acqua, e Asko si sentì un po’ in colpa. In pochi compravano la merce della fattoria di Tuija, in fondo… I vestiti doveva farseli durare.
    "Su, su! Ora passa tutto, ecco!" Asko strofinò le mani sul poncho di Waleen, cercando di togliere l’acqua in eccesso.

    Il bambino lo guardò, abbassando leggermente lo sguardo. Non appena i loro sguardi si incontrarono, Waleen fece un sorrisone, inclinando la testa-- E Asko si sentì arrossire. Perchè il sorriso di Waleen era così bello!? "S-scusa per il poncho…" disse, distogliendo lo sguardo. Waleen ridacchiò, scuotendo la testa. "Mannò, tranquillo! Hai detto bene tu, tra poco passerà, ehehe!" disse, sorridendogli comunque.
    Asko si sentì arrossire ancora di più-- Waleen lo avrebbe perdonato per qualsiasi cosa… Che aveva fatto per meritare un amico come lui!?
    Waleen voltò la testa verso il cielo, studiando la posizione del sole. "Mmmhh… Tra poco il sole calerà, dobbiamo trovare quelle foglie per mia mamma… ".

    Asko annuì, ma poi si ricordò di una cosa. "Ah, Leen! Aspetta, ho un regalo per te!" si avvicinò a lui, e Waleen si fermò, gli occhi luccicanti di curiosità. "Ohhh!? Per me?"
    Asko si passò un dito sotto al naso, guardandolo soddisfatto. "Già, già! Ho finalmente trovato due piume della stessa grandezza, eheh!" disse… E poi tirò fuori dalla tunica due collane. "Avrei voluto lavorarci di più, ma ho tempo solo la notte e ho anche sonno.."
    Ma Waleen lo guardò meravigliato, accarezzando le cordicelle con una mano. "Sono… Sono stupende, Meala!".

    Erano due collane molto simili l’una all’altra. Entrambe erano fatte di corda, e dove c’era il pendente, avevano due fili laterali più corti, ricoperti di perline legate a distanza l’una dall’altra. Il pendente, invece era l’unica cosa che cambiava nelle collane: erano entrambe delle piume, ma una era una piuma viola, e l’altra era una piuma turchese. La piuma aveva un significato profondo, a Duskhill: due persone che la condividevano significava che erano strette da un legame profondo... Così tanto che gli innamorati si scambiavano piume, durante le occasioni speciali.

    Asko si infilò la collana con la piuma turchese, per poi tenere sollevata la collana con la piuma viola. "Dai, provatela! Voglio vedere come ti sta, eheeh!" Waleen gli sorrise, inclinando la testa prima da una parte che dall’altra, in modo che Asko potesse aiutarlo a mettersi la collana evitando le sue corna. Non appena il bambino l’ebbe al collo, afferrò la piuma, ammirandola. "Wow! E’... E’... " Waleen alzò nuovamente lo sguardo su Asko, e lui si sentì arrossire di nuovo. "E’ stupenda, Asko! Grazie, eheh! Adesso siamo fidanzati?"

    Asko distolse lo sguardo, fissando una foglia particolarmente interessante. "Non--- Non farti strane idee, stupidone! E’ una collana d’amicizia, perchè sei il mio migliore amico!".
    "Aww-- S-sono davvero il tuo migliore amico?" Waleen alzò le sopracciglia, guardandolo stupito, e poi la sua espressione si commosse, e Asko ormai sentiva le proprie guance cuocere dal calore.
    "S-si, scemotto! Sei davvero il mio migliore amico, ecco!"
    Waleen lo abbracciò, ridendo. "E tu sei il mio, Koko! Sei anche l’unico, ma…. S-se avessi altri amici preferirei te lo stesso, ecco!".

    Asko gli pattò la testa, rosso in volto. Non aveva notato come gli occhi di Waleen fossero più grandi, quando sorrideva. E quante lentiggini che aveva…! La sua pelle era ancora più pallida, in confronto alla sua… E quando gli accarezzò i capelli, annuendo con la testa alle sue parole, si rese conto di quanto fossero soffici e di un bel rosso acceso. Sembrava il colore del sole che tramontava…
    Dannazione, perchè era così carino!?
    Waleen lo abbracciò di più, strusciando la guancia sulla sua. "Saremo amici per sempre, ehehe!"

    Asko cercò di staccarlo da sè,sicuro che se Waleen avesse continuato ad abbracciarlo si sarebbe sciolto. "Si, ma-- D-dobbiamo trovare le erbe, ecco! Ed è già tardi! Mollamiii!"
    Waleen si staccò, ridacchiando. "Scusa, scusa! Hai ragione, andiamo!" disse, prendendolo per mano, e allontanandosi nella foresta con lui.

    Ma passato qualche minuto, di foglie nemmeno l’ombra. Asko iniziava a sbadigliare, in fondo si era svegliato presto per studiare, e non gli piaceva affatto svegliarsi presto. Waleen gli lasciò la mano, per poi mettersi le mani sui fianchi. "Uffa, perchè non le troviamo!? Di questo passo faremo notte! Forse…"
    "… E’ meglio se ci separiamo?" Asko lo guardò, mettendosi una mano sul mento e raccogliendo una piantina dal terreno. "Questa è solo erbaccia…"
    "Già… Sigh. Sai tornare alla fontanella di prima?"

    Asko lo guardò con un sorrisetto, incrociando le braccia. "Per chi mi hai preso, per mia sorella? Io adoro questa foresta, ehehe! Ce la faccio si!"

    Waleen annuì, dandogli una spintonata col gomito. "Va bene, allora dividiamoci! Ci ritroviamo lì tra un’ora! Vince chi trova più foglie, ehehe!"
    "Ohhh, mi stai sfidando?" Asko si tirò su le maniche della tunica, pronto a correre. "Ti farò mangiare la polvere, Waleen!"
    "Nei tuoi sogni, casomai!" Waleen gli fece una pernacchia, e Asko gliela fece di rimando.
    "E… Via! Non farti male, eh!" Waleen iniziò a correre verso la parte ad ovest della foresta, mentre Asko si allontanava nella direzione opposta.
    "Neanche tu, stupidone! Se qualcosa ti attacca, caricali con le cornaaa!"

    ---

    Passarono diversi minuti.
    Asko si aggirava nella foresta, fischiettando sotto voce. Di solito conosceva la foresta, ma quella parte della foresta non la conosceva! Avrebbe dovuto esplorare anche quella, quindi!

    "Mmmhhh… Waleen non mi ha detto che erbe sta cercando, però!" Asko si inginocchiò accanto a una pianta che sembrava simile a quelle nella cucina della signora Tullia. Forse era un’erbaccia, però--- Che diamine c’era scritto nel libro che gli faceva studiare suo padre!? Si ricordava che c’era scritto qualcosa sulle piante… Asko fece spallucce, raccogliendo qualche foglia.

    "Beh, penso andrà bene comunque! Devo raccoglierne tante!" Disse, parlando tra sè e sè. Non poteva certo sfigurare davanti a Waleen! Doveva impressionarlo a tutti i costi!
    Asko rimase lì per un po’, raccogliendo le foglie, ma il sole stava iniziando a calare. Doveva andarsene e ritrovare Waleen! O sarebbe arrivata la notte, e la foresta di notte non era per niente piacevole. Asko raccolse tutte le sue foglioline, per poi iniziare a correre---
    Ma non si accorse che stava sbagliando direzione, e si stava inoltrando ancora più nella foresta.


    Il sole calò e sparì, e Asko continuava a girare in cerchio, perso. "Ma dove diamine sono finito!?"
    Normalmente, non gli avrebbe dato noia perdersi in parti nuove della foresta… Ma adesso doveva tornare da Waleen!! Perchè non riusciva a tornare indietro!? Asko scosse la testa, esasperato. "Waleeen!!! Leen!! Mi sono perso!!!" Sperò che il suo amico lo sentisse, ma nessuno gli rispose. Qualche animale iniziava a muoversi, però… Asko sentì il fruscio delle foglie, e deglutì, agitato. Doveva muoversi di lì!!! Asko iniziò a camminare velocemente verso una direzione imprecisata, sperando in cuor suo che fosse quella giusta. Se solo avesse studiato meglio la geografia…!
    E poi, quasi per miracolo, Asko trovò una specie di edificio.

    "Oh…"Dell’uscita della foresta non c’era traccia. Ma adesso i fruscii si stavano tramutando in ululati-- Asko sentì una fitta di adrenalina giù per la schiena, e si avvicinò alle mura di quello che aveva tutta l’aria di essere un tempio.
    Poco lontano dal punto in cui si trovava prima, un lupo si affacciò tra gli alberi. Lo guardò, ringhiando, ma poi annusò l’aria. Guardò l’edificio dietro di lui, paralizzato-- E poi abbassò le orecchie, spaventato, per rintanarsi di nuovo nella foresta. Asko deglutì di paura--- C’erano lupi in quella foresta!? Sperò che Waleen fosse tornato a casa, vista l’ora…! Anche se si sarebbe offeso, se fosse andata veramente così.
    Asko guardò nuovamente il tempio, sospirando. A quanto pare non aveva scelta… Doveva rintanarsi lì dentro fino al mattino. E poi avrebbe cercato di tornare a casa…

    Qualcosa lo spingeva a entrare dentro, però. Non riusciva a capire bene cosa fosse…
    Vide qualcosa luccicare, alla fine del templio. "Ohh…?" Senza nemmeno accorgersene, i suoi piedi iniziarono a muoversi verso l’oggetto.
    Il tempio era ammuffito e decadente, e quelle pareti sembravano stare in piedi quasi per magia. Il bambino rallentò il passo, preoccupato che qualcosa avesse potuto staccarsi dalle mura--

    Ma non successe niente. Un fumo denso, nero, si intensificava più Asko si avvicinava all’altarino, e quando arrivò agli scalini che lo separavano dalla statuina quasi non riusciva a vedere dove metteva i piedi.
    Asko fissò l'oggetto davanti a sè Era una statuetta piccola, con fattezze vagamente umane... E due corna, alte, nere come la pece. Asko si schermò gli occhi con una mano, cercando di resistere... Ma tutto in quel posto gli diceva di toccare quella statuetta con le corna...

    Il fumo sembrava diradare dalla statuetta, e concentrarsi tutto intorno e-- Asko voleva prenderla in mano. Voleva capire che cos'era. Perchè aveva delle corna simili a quelle di Waleen? Voleva guardarla da vicino solo per un momento, poi l’avrebbe rimesso a posto!
    E lo fece. Asko alzò la statuetta, passando un dito sul simbolo a forma di ala che vi era inciso sopra.
    E, un secondo dopo, sentì qualcosa dietro di lui. Si voltò---
    Ma era troppo tardi.

    ---


    Waleen stava raccogliendo le sue foglie. Alla fine, era bastato allontanarsi un po’ dalla fattoria, come al solito- Le aveva trovate subito! C’era la menta, il timo, e quella strana erba che era solita fumare sua madre… Gli aveva insegnato lei a riconoscerla! Aveva un puzzo tremendo, però!
    Waleen si tirò su, togliendosi il poncho e usandolo come sacca per raccogliere le foglie. Un uccelino gli si poggiò sulla testa, e Waleen iniziò a ridere, accarezzandolo. "Hey, signor uccellino! Non hai paura di me?"

    Ma quello cinguettò, per nulla spaventato. Provò a beccare un suo corno, e Waleen ridacchiò, divertito. "Heeey! Non è mica cibo!" Poi tornò al suo lavoro, prendendo più foglieva che poteva, mentre il sole iniziava a tramontare. (Che uccellino molesto!)
    Stesse lì per un po’, senza neanche rendersene conto… E poi un’ombra gli passò sul volto. "Ah!" Waleen si tirò su di scatto, e l’uccellino scappò, spaventato dal repentino cambio di posizione.

    "Oh no, è tardissimo!" Il sole era quasi del tutto dietro all'orizzonte. Waleen chiuse il poncho in fretta e furia, correndo verso la radura della fontanella. "Mealaaaaa! Meala, dobbiamo muoverciii!" Ma quando arrivò alla radura… Era vuota. Waleen si guardò intorno, con un groppo alla gola. Era passata ben più di un’ora…! "Mealaaaa!!! Dove seeeii!?" Waleen mollò il poncho, mettendosi a correre nella direzione in cui l’aveva visto sparire. "Meala! Mi sen--- aaaaaah!?"

    Ma mentre correva, preso dalla preoccupazione, Waleen inciampò in una radice- E il piede gli rimase incastrato sotto il legno, mentre il bambino perdeva l’equilibrio e cadeva a terra. "Aaaah! Ahi, AHI!" La caviglia gli mandò una fitta lancinante, e Waleen ci mise la mano sopra, rannicchiandosi su sè stesso. Aveva picchiato la schiena piuttosto forte, pure, ma la caviglia gli pulsava e gli mandava scariche di dolore che si propagavano per tutto il corpo. "Ah… Asko…"

    Delle lacrime iniziarono a scendere giù per il suo volto, mentre il bambino si rialzava a sedere e toglieva la caviglia dalla radice, facendo più piano possibile. Waleen soffiò tra i denti stretti, ogni minimo movimento faceva schizzare il dolore alle stelle, così tanto che stava piangendo. "Diamine…! E ora…!?" Waleen cercò di rialzarsi, ma non appena poggiò il peso sulla caviglia, ricadde a terra, con un gridolino. "Diamine!!!" Stavolta gridò, frustrato.

    Era inutile se non riusciva a camminare! Waleen si rimise seduto, piangendo dalla frustrazione e tenendo la collana tra le mani. "Meala…" Guardò nella foresta, sconsolato. Come avrebbe fatto a cercare Asko se non riusciva neanche ad alzarsi!? Chissà dove si era cacciato…
    "Ohu, che ti urli, scemo!?"

    Una voce veniva da dietro di lui. Waleen si voltò, sgranando gli occhi. "Meala!!! S-stai bene…!!!"
    Asko se ne stava appoggiato a un albero, a braccia incrociate. Waleen lo fissò, stranito. C’era qualcosa che non andava in lui…
    Lo guardò, cercando di rialzarsi nuovamente. Il bambino lo fissava di rimando, ma i suoi occhi erano stranamenti freddi… E… Rossi? Il sole era sparito, Waleen non riusciva a vedere bene. "Meala-- P-puoi aiutarmi?"
    Asko ridacchiò, avvicinandosi a lui e scrollando le spalle. "Andiamo, alzati, mammoletta!" Gli passò accanto, guardandolo e scuotendo la testa. Waleen si fece più confuso. "Meala… T-tutto bene!?"
    "Certo che va tutto bene!"

    Asko si voltò, infuriato-- E per un attimo la sua espressione cambiò, e si fece disperata. Sembrava chiedere aiuto…
    Ma Waleen non si accorse di niente e ricadde a sedere sulla terra, con un gridolino. "AH!!! Ma che ti prende, Asko!?"
    Asko sbuffò, inziando ad allontanarsi. "Muoviti, Waleen! Non abbiamo tutto il giorno, voglio tornarmene a casa!!!"
    Waleen si rialzò, a fatica, e iniziò a zoppicare dietro di lui.

    "Ah… Aspettami, Meala! AH-" La caviglia gli faceva sempre più male, ma non voleva perdere Asko di vista ora che si erano ritrovati. "Ti prego, Meala! Non lasciarmi qui!"
    Il bambino si fermò, tremante. Asko si voltò indietro, guardandolo con aria scocciata, mentre Waleen si avvicinava a lui. Sembrava combattuto tra l’aiutarlo a camminare e lasciarlo da solo nella foresta…
    Ma prima che prendesse una decisione, Waleen lo raggiunse, e Asko roteò gli occhi, dando un calcio alle foglie.
    "Ma quanto sei lento!?"
    "S-sono inciampato, Meala!"
    "Ugh, e questo basta a metterti fuori gioco a questo modo!? Ci sono i lupi qua, sai!? Mi hanno quasi assalito, prima!"

    Waleen sgranò gli occhi, impallidendo. "Io--- Io non lo sapevo… M-mi dispiace, Meala! Non avremmo dovuto separarci…!"
    "No, no! Invece è stato meglio così!" Asko iniziò a camminare di nuovo, e Waleen lo seguì, soffiando di dolore a ogni passo e guardando il bambino dai capelli corvini davanti a sè con preoccupazione. Si sentiva così in colpa…
    Stranamente, adesso Asko sapeva con precisione dove andare, e in pochi minuti di camminata, si ritrovarono fuori dalla foresta…
    Dove Tuija e Dasel li stavano cercando, disperatamente. Le due donne, non vedendoli tornare quando il sole aveva iniziato a calare, si erano preoccupate. Dasel doveva tornare a casa, dal marito, ma non se la sentiva di lasciare Tuija così, da sola, preoccupata per suo figlio…

    "WALEEN!!! ASKO!!" Tuija iniziò a correre verso di loro, ma si fermò un secondo dopo, stremata. Dasel la raggiunse, cingendole le spalle. "Jiji!!! Non devi sforzarti, lo sai!"
    Waleen, in lontananza, la vide, e cercò di aumentare il passo. "Mamma! Mamma, siamo qui!" Superò Asko, e lui fece spallucce, continuando a camminare come se nulla fosse. Waleen inciampò, tenendosi la caviglia. Gli faceva così male che non riusciva a rialzarsi…
    E Asko lo guardava, camminando verso l’uscita dalla fattoria. Avrebbe voluto aiutarlo, portarlo in braccio fino da sua madre e aiutarla a curargli la ferita. Ma…

    Non fece niente di tutto ciò.

    Asko alzò le spalle, allontanandosi. "Diamine, sei proprio una palla al piede! Perchè ho accettato di andare nella foresta con te!? Bah! Ci si vede, mammoletta!" Disse, allontanandosi e alzando una mano in gesto di saluto.
    Waleen era troppo shockato per rispondergli. Lo guardò a occhi sgranati, mentre Dasel, che riusciva a correre per più tempo di Tuija, lo raggiungeva e lo prendeva in braccio, controllandolo.
    "Waleen! Ma… Ma sei un disastro, guarda come ti sei conciato!" La donna gli tolse qualche foglia dai capelli, pattandogli gli abiti. Ma Waleen non l’ascoltava. Guardò Asko andare via, sentendo le lacrime pizzicargli gli occhi. Che cos’era successo, esattamente!? Che cosa aveva sbagliato…? Asko sembrava così arrabbiato con lui…

    Tuija li raggiunse, trafelata, e Waleen la guardò, dispiaciuto. "M-mi dispiace mamma… Non sono riuscito neanche a prendere le foglie… E ho perso il poncho nuovo…"
    Ma lei scosse la testa, abbracciandolo e iniziando a singhiozzare. "Ero… Ero così preoccupata per te, Walle!" Gli accarezzò la testa, cercando di rendersi conto che suo figlio stava bene. Non l’aveva dato a vedere, ma le parole di quel pomeriggio di Asko l’avevano turbata. Non vedendoli tornare, aveva immaginato mille scenari in mente… E in tutti Waleen veniva ferito; o dagli abitanti del villaggio, o dai lupi, o si perdeva nella foresta. Waleen era tutto quello che le era rimasto. Era suo figlio, e anche se non gli aveva dato la vita lei stessa, sapeva che l’avrebbe data per proteggerlo, se ne ce fosse stato bisogno.

    Waleen si appoggiò a lei, gemendo di dolore quando spostò il peso del corpo sulla caviglia ferita. Tuija si scostò, asciugandosi velocemente e gli occhi e fissandolo. "Ma… Tu sei ferito Walle!!"
    Dasel si avvicinò a loro, preoccupata. "Dovresti portarlo a farlo vedere dallo Sciamano…"
    Ma Tuija scosse la testa, accarezzando la schiena del figlio. "No, meglio di no… Meglio se per qualche giorno non ci facciamo vedere in città." Sorrise alla donna, stanca ma più tranquilla, ora che avevano ritrovato i bambini. "E tu, invece, devi tornare a casa, El."
    Lei scosse la testa, fermamente convinta. "No! Non posso lasciarti da sola, Jiji…"

    Ma la donna più bassa scosse la testa, prendendole una mano. "No, Dasel. E’ già tardi, e tuo marito tornerà presto a casa… Non metterti più in pericolo di quanto tu non lo sia già."
    Dasel la guardò, sconfitta. Sapeva che aveva ragione… Ma non riusciva comunque a lasciarla. Tuija le accarezzò una guancia, dolcemente, e poi le lasciò la mano, dandole un buffetto sul naso. "Su, và! Ci sentiremo domani, alla stessa ora!" Disse, mentre Waleen si aggrappava a lei per restare in piedi.

    Dasel iniziò ad allontanarsi, comunque preoccupata. "Va bene… M-ma se hai bisogno di qualcosa, la porta di casa mia è sempre aperta!"
    Tuija annuì, salutandola con il braccio mentre si allontanava. La guardò uscire dalla fattoria, frettolosamente, e continuò a guardarla finchè non si confuse con le ombre della sera. Waleen le tirò la gonna, stanco e infreddolito. "Mamma… Mamma, possiamo andare dentro? Non riesco più a camminare…"
    Tuija si voltò verso di lui, annuendo. "Andiamo, Walle… Ti porterei in braccio-"
    Waleen scosse la testa, zoppicando e tenendola per mano. "No, no! Sono grande, ormai!"
    Ma non lo era. Lo sguardo di Tuija si intenerì mentre lui la guidava verso la loro casetta, soffrendo in silenzio per non farla preoccupare. Ma era ancora il suo bambino, lo sarebbe sempre stato. Quella sera gli avrebbe fatto i biscotti banana e cioccolata che adorava tanto, decise. Dopo averlo medicato, ovviamente. Doveva aver passato un pomeriggio terribile, nel bosco… E la realizzazione la colpì.
    "Aspetta… Ma dove è finito Asko!?"

    ... Continua...


    Story, Code & Credits to »Primoo and Just_Robin for Chronicles Of A Broken Sky; dont Steal!




    Credits immagine: Tobias Hoffmann
     
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    Io ci vivo dei tuoi capitoli lunghi amore 👀💖💖💖💖

    CITAZIONE (»Primoo @ 9/4/2024, 23:01) 
    Diciamo che a volte io sono una fan sfegata dell'angst e se non c'è Robin a contenermi farei soffrire tutti i pg ancora di più </3

    Il fatto è che devo essere contenuto pure io, poveri i nostri pg </3
     
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    Konnor deve farsi crescere una bella porzione di fegato, mi pare un po' troppo accondiscendente per essere un buon capo villaggio!
    Comunque Asko e Waleen si confermano due bubini carini, mi domando cosa succederà ora che Asko sembra essere stato posseduto!
    Ottima continuazione <3
     
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    CITAZIONE (Fade To R e d @ 13/4/2024, 09:25) 
    Konnor deve farsi crescere una bella porzione di fegato, mi pare un po' troppo accondiscendente per essere un buon capo villaggio!

    Onestamente si, Konnor dovrebbe rafforzarsi un pò in questa versione XD

    CITAZIONE (Fade To R e d @ 13/4/2024, 09:25) 
    Comunque Asko e Waleen si confermano due bubini carini

    Sono i nostri preferiti 🥺💖
     
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    CITAZIONE (Fade To R e d @ 13/4/2024, 09:25) 
    Konnor deve farsi crescere una bella porzione di fegato, mi pare un po' troppo accondiscendente per essere un buon capo villaggio!
    Comunque Asko e Waleen si confermano due bubini carini, mi domando cosa succederà ora che Asko sembra essere stato posseduto!
    Ottima continuazione <3

    Omg grazie per aver letto!! <3 I prossimi code li farò più chiari però perchè penso che a lungo andare si sforzi la vista uwu''
    Hai assolutamente ragione su Konnor! Era pensato il fatto che fosse decisamente poco autorevole, soprattutto in questa versione cresceva i suoi figli, Asko e Zalya, da solo, ed era un po' perso al pensiero di farlo xD
    Nelle versioni dopo lo abbiamo reso bi 👍Non esiste il cishet nel nostro ventaglio di personaggi xD
    Su Asko e Waleen piccolo spoiler, succede un sacco di drama quello si </3 Ma dal cap 7 o 8 dovremmo arrivare al timeskip se ricordo bene quindi ci stiamo avvicinando

    Mamma che ricordi!! Questa versione è diversissima da quelle dopo ;v; Ed è anche l'unica che abbiamo portato avanti per un bel po', siamo arrivati al cap 16, pian piano li posto tutti <3
     
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    Capitolo 3 in arrivo~
    Come al solito,

    CONTENT WARNING:

    Menzioni di abuso domestico, descrizione dibullismo

    Buona lettura~

    capitolo_3_ENEMIES-LARGER
    Capitolo 3: Enemies;


    In quella sera Asko non riusciva a dormire. Continuava a rigirarsi nel letto, agitato… era consapevole che qualcosa in lui era cambiato. Si alzò mettendosi seduto sul letto e si toccò la fronte, madida di sudore. Cercò di asciugarsi come meglio potesse, sospirando.
    Intanto la sua mente vagava, ripensando a quel che era successo quel pomeriggio…

    Si era perso in quel bosco, anche se la cosa all’inizio non gli era importata molto. In fondo aveva sempre trovato divertente esplorare parti nuove della foresta, che male c’era?
    Se solo fosse stato più furbo e avesse cercato subito di ritrovare la strada giusta, non avrebbe mai trovato quel tempietto abbandonato e non ci sarebbe entrato.
    E se solo non avesse mai toccato quella statuetta...
    Era più che certo che toccare quella statuetta, gli aveva fatto qualcosa. Non riusciva a capire cosa, sapeva solo che gli stava facendo cose che non voleva fare. Come prendere in giro Waleen, o rispondere male a suo padre e litigarci. Era come se dentro di lui fosse entrata qualche forza misteriosa e… maligna. Riusciva quasi a sentire quella strana “forza” scorrergli in tutto il corpo. Quella cosa non gli piaceva. Per nulla. Si sentiva controllato, inerme.

    E la cosa peggiore è che non poteva dirlo a nessuno.

    Ogni volta che tentava, quell’entità glielo impediva. Era forse una maledizione?
    Perchè non aveva seguito il consiglio di suo padre, che gli diceva sempre di non toccare oggetti di cui non sapeva nulla?!
    Però era inutile rimuginarci sopra. Forse con una bella dormita si sarebbe sistemato tutto… o almeno così sperava. Si sdraiò di nuovo nel letto, cercando di riuscire a dormire almeno qualche ora.

    Ma ci aveva sperato troppo. Non era riuscito a chiudere occhio.
    Una volta sceso al piano di sotto, sua sorella era già al tavolo e suo padre stava preparando la colazione, bevendosi una tazza di caffè nel frattempo. Asko raggiunse il tavolo, mettendosi a sedere. Nemmeno diede loro il buongiorno. Ci voleva provare, ma… quella forza misteriosa glielo impediva. Sua sorella lo guardò imbronciata, sgranocchiando una fetta biscottata.

    “Wow Koko, il buongiorno è diventato un optional?”
    Suo padre si voltò verso di loro, sembrava un pò intristito. Asko lo guardò, per poi guardare davanti a sè.
    “Perchè dovrei dare il buongiorno a una cretina come te?”
    Suo padre posò la tazza di caffè, scuotendo la testa e dando loro la colazione.
    “Asko... Non trattare male tua sorella…”
    Disse Konnor, cercando di essere severo con lui, anche se non gli piaceva per nulla usare quel tono con i suoi figli. Asko lo guardò con uno sguardo da menefreghista, alzando le spalle.
    “Non è colpa mia se lo è, heh!”
    Zalya guardò loro padre, si vedeva che si era offesa. Ma Konnor scosse la testa, sedendosi anche lui.
    “Sarà la pubertà, forse…”

    Sussurrò tra sè e sè l’uomo, bevendo altro caffè. Asko guardò la colazione davanti a sè, schifato.
    “Ugh… un uovo fritto?”
    Il bambino allontanò il piatto da sè, scuotendo la testa.
    “Davvero vuoi farmi mangiare questa roba? Ugh!”
    Suo padre lo guardò, stupito. Non si era mai lamentato per il cibo, anzi, le uova fritte le aveva sempre mangiate volentieri. Ma nemmeno ebbe il tempo di aprir bocca, Asko si alzò dalla tavola, uscendo dalla cucina.
    “Ma--- nemmeno fai colazione? Asko--
    Ma nulla, Asko era già uscito.

    Aveva fame, ma quella strana entità che aveva preso possesso di lui aveva forse avversione verso le uova? O forse era solo irascibile perchè aveva dormito poco? Era probabile, ma...era più che sicuro che c’era qualcosa che non quadrava.
    “Che noia, oggi! E’ proprio una noia! Voglio divertirmi un pò!”
    Disse all’improvviso, involontariamente. Deglutì, terribilmente spaventato. Ma che diamine gli stava succedendo? Non ebbe tempo di rimuginarci sopra, senza volerlo si era trovato davanti alla casa di Waleen. Aveva già fatto tutta quella strada, senza rendersene conto. Era uscito dal villaggio e arrivato fino a lì quasi in un battito di ciglia.

    Era l’ultimo posto in cui voleva restare, in quel momento. Il giorno prima Asko lo aveva trattato male e preso in giro, aveva paura che se fosse stato con Waleen sarebbe successo ancora. Ma, nonostante stesse facendo di tutto per fare dietrofront e andare da tutt’altra parte, fece l’opposto. Si diresse verso la porta della casa di Waleen e bussò. Era ancora in tempo a scappare, però. Se si fosse messo a correre, sarebbe potuto sparire prima che gli aprissero la porta di casa. Ma non lo fece. Era come se i suoi piedi fossero incollati al terreno.
    Dopo qualche secondo, la madre di Waleen, la signora Tuija, gli aprì la porta, sorridendogli come al solito, anche se dal suo volto traspariva della preoccupazione.

    “Oh, Asko! Sei venuto qui per giocare con Walle? Meglio se fate giochi tranquilli però, ha ancora male alla caviglia…”
    Lo fece entrare in casa, per poi tornare nel salotto di casa, tornando dalla sua amica Dasel. Tuija si sedette di nuovo accanto a lei, passandole lentamente una mano sulla schiena. La donna stava piangendo da quando era arrivata a trovarla. Tuija la guardava, preoccupata. Il suo sguardo cadeva soprattutto sui suoi lividi, sia vecchi che nuovi. Scosse la testa, poggiando una mano sul volto di Dasel, per farle voltare il viso verso di sè.
    “El… non può andare avanti così, ti sta distruggendo. Prima o poi potrebbe passare ad altro oltre i pugni e gli schiaffi…”
    Non sopportava vederla in quello stato. Perchè il marito continuava a picchiarla in quel modo? Lei non l’avrebbe mai picchiata, mai. Dasel tirò su con il naso, cercando di asciugarsi le lacrime.

    “Va… va bene così, davvero. Fino a che picchia solo me e non le nostre figlie va bene così…”
    Tuija le mise le mani sulle spalle, scuotendo la testa in disapprovazione.
    “No, non va bene così! Non può continuare ad essere così violento… devi assolutamente andartene di lì, sia te che le tue bambine… ho paura per quel che potrebbe farvi un giorno…”
    Dasel tornò a piangere, poggiando la testa sulla sua spalla, singhiozzando.
    “E dove andremmo…? Se provassi a scappare, le cose peggiorerebbero…”
    Tuija la guardò di nuovo, prendendole una mano.
    “Vi ospiterei io qui. Tutte e tre, non riesco più a sopportare di vedere il modo in cui ti sta trattando…”
    Dasel la guardò, con le lacrime agli occhi.
    “Tuija…”

    Intanto, Asko girava per la camera di Waleen, curiosando tra le sue cose, senza nemmeno chiedergli il permesso.
    “Aspetta Meala, non toccare quella cosa, è fragi… oh…”
    Asko fece cadere inavvertitamente un ninnolo di ceramica per terra, sembrava non l’avesse fatto apposta, anche se però stava sorridendo.
    “Ops, sono proprio sbadato, oggi!”
    Asko alzò le spalle, per poi avvicinarsi a lui, prendendogli la mano e facendolo alzare dalla sedia, quasi costringendolo.
    “Comunque dai, andiamo fuori! Mi sto annoiando da morire, oggi! Ho pure una fame incredibile! Andiamo al mercato, dai!”

    Però Waleen lo guardò con uno sguardo supplichevole, non se la sentiva proprio di andare al mercato, in mezzo a tutta quella gente che lo fissavano e insultavano sottovoce… così scosse la testa, staccando la mano dalla sua e mettendosi le mani davanti al petto, unendo tra loro i propri indici.
    “Io… io non me la sento, Meala… lo sai che fanno i cattivi con me… non voglio andarci… n-non possiamo giocare qui in fattoria?”
    Ma Asko sbuffò visibilmente scocciato, riprendendolo per mano e aprendo la porta della camera, intento a farlo uscire da essa.
    “Eddai, non fare il noioso! Che sarà mai stare in mezzo a un pò di gente! Tu ignorali e basta, no?”
    Ma Waleen puntò i piedi a terra, cercando di non farsi trascinare. Senza successo però, la caviglia gli mandò una fitta incredibilmente dolorosa, così tanto che gli fece formare delle lacrime agli occhi.
    “Ma… ma io non voglio… sniff…”

    Asko si fermò, assottigliando gli occhi mentre lo guardava.
    “O vieni con me al mercato o non sono più tuo amico, ecco!”
    Waleen lo guardò stravolto. Come poteva dirgli una cosa simile? Davvero non sarebbe più stato suo amico? Il solo pensiero gli faceva pizzicare gli occhi. Asko era il suo migliore amico, non voleva perderlo! Così sospirò, guardando per terra rassegnato.
    “V-va bene, ci vengo… m-ma resti mio amico, si?”
    Asko sembrò soddisfatto della sua risposta e fece spallucce, pattandogli poi la testa.
    “Ma certo che resto tuo amico! Siamo amiconi noi! Eheheheheh!”
    Gli rispose Asko, sorridendo… anche se quel sorriso era strano. Ma Waleen non volle pensarci troppo, la cosa più importante era che restassero amici.
    Uscirono di casa, mano nella mano, mentre Asko canticchiava contento. Waleen però riusciva a camminare a malapena. La caviglia gli stava facendo sempre più male. Così tanto che cominciarono a scendergli delle lacrime dagli occhi. Si fermò, facendo fermare anche Asko, che non sembrava affatto contento.

    “Beh? Perchè ti sei fermato?! Spicciamoci che se continuiamo ad andare così lenti non arriviamo in tempo!”
    Ma poi, Asko notò che Waleen stava piangendo. Sentì un nodo alla gola, vedendolo in quel modo. Nemmeno voleva costringerlo ad andare al mercato. Ma quel giorno stava continuando a fare delle cose contro la propria volontà. Quasi si sentiva un estraneo nel proprio corpo. Non si sentiva più se stesso. Sentiva che ogni minuto che stava passando, perdeva sempre di più il controllo su se stesso. Non voleva trattare il suo migliore amico in quel modo, addirittura stava piangendo, ora! Lo guardò, preoccupato… ma subito dopo scosse la testa, divertito.
    “Aahahah! Nemmeno riesci a camminare come si deve! Che scemo! E piangi pure? Oggi sei un pò una mammoletta, eh!”
    Waleen lo guardò tra lo stupito e il triste, cercando di asciugarsi le lacrime.
    “N… non sono una mammoletta…”

    Asko continuò a camminare, scuotendo la testa e sollevando le spalle, con aria da menefreghista.
    “Ceeeerto, come no! Su, sbrighiamoci!”
    E aumentò il passo, lasciandolo indietro. Waleen cercò di aumentare il passo anche lui, ma la caviglia gli faceva troppo male. Asko sembrava davvero avere la luna storta… forse perchè avere un amico come lui era un peso? Sperava tanto non fosse così…
    Dopo molta fatica e dolore, Waleen riuscì a raggiungere il mercato con Asko. E appena la gente cominciò a notarlo, cominciò a farsi piccolo piccolo, più timido del solito. Cominciavano già a fissarlo e sussurrare cattiverie tra loro, come sempre. Waleen afferrò la manica di Asko che stava guardando della frutta su una bancarella, tirandola leggermente.

    “Meala… non mi sento a mio agio… Mi stanno guardando...”
    Ma Asko sbuffò, volgendo gli occhi al cielo e allontanando il braccio di scatto, in modo che Waleen si staccasse dalla manica della sua maglia.
    “Ti guardano? E allora? Hai due corna nere appuntite sulla testa, ovvio che ti guardano!”
    Waleen lo guardò sconvolto, per poi rivolgere lo sguardo a terra, sconsolato. Sapeva perfettamente di avere due corna, ma le odiava profondamente. Voleva far di tutto per non ricordarsi di averle, per quanto fosse difficile. E il fatto che Asko glielo stesse ricordando, sapendo quanto ci stesse male, lo stava ferendo. Forse, in fondo, era vero quel che disse il bulletto qualche giorno prima? Che gli era amico solo perchè gli faceva pena? Il solo pensiero lo stravolgeva ancor di più. Scosse la testa, cercando di mandar via quei pensieri. No, Asko era stato il suo migliore amico da quando si era trasferito al villaggio. Mentre Waleen pensava quelle cose, Asko intanto prese un frutto dalla bancarella, osservandolo.

    “Mmmmhhhh, non avevo mai visto questo frutto prima d’ora…”
    Il mercante, che fino a poco prima era distratto guardando male Waleen, volse lo sguardo verso Asko, facendo un gran sorrisone.
    “Eheheh! Eh si, è un frutto molto raro! Ma grazie alle varie conoscenze che ho nel settore sono riuscito a-- H-HEY, MA---”
    Neanche il tempo di parlare che Asko aveva già addentato il frutto, cominciando a masticarlo.
    “Piccoletto, almeno pagalo prima… o chiedimi il prezzo! Uno solo frutto di questi costa men 10 monete d’oro!”
    Asko cominciò a fare la faccia schifata, il gusto di quel frutto non gli stava piacendo per nulla. E, anche se non voleva- cominciò a sputacchiare via quel che stava masticando, facendolo finire su tutta la frutta della bancarella.
    “PUAH! Ma cos’è sta schifezza?! 10 monete d’oro per un frutto così disgustoso?!”

    Forse era meglio se quel giorno fosse restato in camera, chiudendosi a chiave, magari… Cosa diamine stava facendo?! Il mercante ovviamente andò su tutte le furie, cominciando a sbraitare contro di lui.
    “MA COSA FAI?! LA MIA MERCE! ME LA ROVINI! ORA MI TOCCA LAVARE TUTTO, CHI ME LI COMPRA SENNO’?!”
    Asko posò il frutto nell’esatto posto in cui l’aveva preso e scosse la testa, ancora disgustato.
    “Ugh, sta schifezza non te la comprerebbe nessuno comunque…”
    Il mercante ormai era talmente furibondo che a momenti avrebbe emesso fumo dalle orecchie.
    “SEI UN GRANDISSIMO CAFONE! DIRO’ TUTTO A TUO PADREEEEEE!”
    Asko gli sorrise beffardo, sollevando le spalle, noncurante di tutto quel che aveva fatto fino a quel momento.
    “Heh, vuoi dirlo a mio padre? Fai pure!”
    Asko prese Waleen per le spalle, mettendolo davanti a sè, fissando poi il mercante.
    “Ma ricordati che lui è mio amico… se non vuoi essere maledetto, stattene buono!”
    Il mercante si ammutolì terrorizzato, arretrando. Waleen si sentiva sempre più ferito, invece. Continuarono il loro giro e Waleen non ce la fece più a restare zitto.

    “Meala… p-perchè hai detto quelle cose al mercante? E quel che gli hai fatto…”
    Asko si mise le mani dietro la testa, continuando a camminare e sorridendo.
    “Suvvia, se pensano che sei maledetto perchè non approfittarne? Scommetto che ci darebbero un sacco di cose gratis!”
    Ma a Waleen quell’idea non gli piaceva. Per nulla. Scosse la testa, un pò preoccupato per il suo amico.
    “No… sarebbe sbagliato! E poi vorrei che la gente smettesse di pensare che sono maledetto, lo sai…”
    Asko sbuffò di nuovo, esasperato.
    “Uffa, quando ti ci metti sei proprio noioso, la mia era un’idea geniale, sai!”
    Asko si fermò a un’altra bancarella, osservando la merce. C’erano molti vasi e oggetti in ceramica. Asko guardò Waleen, facendo un sorrisetto. Waleen si preoccupò ancor di più.

    “Asko… no… ti prego-”
    Ma era troppo tardi. Asko afferrò un vaso, guardando il mercante.
    “Hey, quanto costa questo vaso?”
    Il mercante, un pò intimorito dalla presenza di Waleen, cercò comunque di sorridere ad Asko.
    “Ottima scelta! E’ un pò costoso ma ne vale proprio la pena! Costa 2 monete d’argento e 1 d’oro, un affare!”
    Asko sorrise a Waleen, poi sorrise al mercante. Il mercante sorrise ad Asko… e Asko, senza tanti complimenti, fece cascare il vaso per terra, facendolo rompere in mille frantumi. Poi fece il finto innocente.
    “Oh… ooooops!”
    Waleen sospirò, mettendosi una mano sulla fronte. Ma perchè quel giorno ad Asko piaceva rompere le cose?! Il mercante cercò di mantenere il sangue freddo, fissando il bambino dispettoso.
    “Ah… uhm… ahahahha, può capitare di sbagliare! Basta che mi dai i soldi e siamo tutti a posto, ahahahah”
    Asko però si massaggiò il mento, con lo sguardo fisso sul mercante, sembrava concentrato.

    “E se invece non ti dò nulla e siamo a posto comunque?”
    Il mercante assunse un’aria allibbita, come se Asko avesse detto la cosa più assurda del mondo. Ed era vero in effetti. Era assurdo rompere qualcosa e poi pretendere di non dover pagare. Ma Asko sorrise furbamente, facendo passare le mani sul bordo della bancarella.
    “Beh, io sono solo un bambino, la mia paghetta l’ho già spesa tutta in caramelle”
    Il mercante sospirò, scuotendo la testa, cominciando a perdere la pazienza, probabilmente.
    “Beh, te li fai dare dai tuoi genitori, su! Vai a farteli dare!”
    Ma Asko cominciò a ridacchiare, mentre portava le mani sotto il bordo della bancarella, e…
    “A-Asko, no!!”

    Gli intimò Waleen, poggiando una mano sulla sua spalla. Ma un secondo dopo, Asko aveva ribaltato la bancarella, facendo volare in aria tutti i vasi e i ninnoli, che poco dopo si scontrarono con il suolo, riducendosi in tanti piccoli frammenti colorati e irriconoscibili dal loro stato originale. Il mercante cominciò a urlare disperato, mettendosi le mani tra i capelli.
    “LA MIA MERCEEEEEEEE! NOOOOOOOO!”
    Asko cominciò a ridere a crepapelle, mentre invece Waleen cominciò ad agitarsi. Quel baccano stava attirando molta gente, che non la smetteva di guardarli male. E guardavano male soprattutto lui… Waleen stava cominciando a sentire l’ansia salirgli ancora di più. Mise una mano sulla spalla ad Asko, scuotendolo leggermente.
    “M… Meala…”
    Ma Asko smise di ridere appena vide il mercante prendere una scopa, probabilmente intenzionato a usarla su di lui.
    “ECCOLO! E’ STATO LUI! MI DEVE RISARCIRE!”
    Quello era il mercante di poco prima, accompagnato da delle guardie. E lo stava indicando.
    “Oh-oh--- GAMBE!”
    E afferrò Waleen per un braccio, cominciando a camminare a perdifiato. Waleen invece stava piangendo. Sia per la situazione, sia per come lo stava trattando Asko quel giorno, sia per la caviglia che gli faceva sempre più male.

    ---

    Intanto, era scesa la sera. Dasel guardò fuori dalla finestra, sospirando affranta.
    “Il tempo scorre così in fretta quando lo passiamo insieme, eh…”
    Tuija posò la tazza di thè sul tavolo, guardando la sua amica con preoccupazione.
    “El… la mia offerta di ospitarvi è ancora valida. Lo sarà sempre... “
    Dasel volse lo sguardo verso di lei, sorridendo tristemente.
    “Grazie, Jiji… davvero, grazie, ma…”
    La donna abbassò la testa, guardando la tazza di thè davanti a sè.
    “Ho… ho paura di quel che potrebbe succedere se lo facessi…”
    Tuija posò una mano sulla sua, per poi alzarle il mento con l’altra, in modo che potesse guardarla negli occhi.
    “Non succederebbe nulla, ti proteggerei io! E anche Konnor ci darebbe una mano… Ti prego, almeno pensaci su… ho seriamente paura per quel che potrebbe farti in futuro…

    Dasel sembrava sul punto di piangere. Era tanto tempo che qualcuno non la trattava così dolcemente.
    “Ci penserò…”
    “Promesso?”
    “Promesso, Jiji… o-ora però devo andare. Se torna a casa e non mi trova...”

    Si alzarono entrambe dalle sedie, dirigendosi verso la porta di casa. Però, prima di aprire la porta, Tuija si avvicinò di più a Dasel, stringendola in un forte abbraccio.
    “El… fai attenzione, ok? Non riuscirei a sopportare la tua perdita. Sei troppo importante per me…”
    Dasel sentì i propri occhi inumidirsi. Ricambiò l’abbraccio, sprofondando il viso sulla sua spalla e stringengola forte a sè.
    “Grazie di tutto, Jiji… meno male che ci sei te… e anche tu sei importante per me”

    Si staccarono dall’abbraccio e Tuija asciugò una lacrima di Dasel, inclinando la testa. Non avrebbe voluto lasciarla andare. E tornare in quella casa, da lui… ma non poteva costringerla a restare. Così aprì la porta, a malincuore.
    “Domani alla stessa ora?”
    Dasel annuì, cercando di asciugarsi le ultime lacrime e cercando di sorriderle.
    “Certo, Jiji… non vedo l’ora”

    ---

    Era di nuovo giunta la notte. Waleen però non si era ancora messo a letto. Guardava pensieroso fuori dalla finestra, ammirando le stelle che quella sera brillavano indisturbate, senza nessuna nuvola che le coprisse. Ma quella vista non rasserenava l’animo di Waleen. Asko in quei giorni era diverso da com’era di solito e cominciava a chiedersi se fosse davvero solo il poco sonno. No, basta. Non ce la faceva più a far finta di nulla. Magari aveva fatto qualcosa di sbagliato e lo aveva offeso… si dovevano chiarire! Però se fosse uscito a quell’ora, sua madre lo avrebbe messo in punizione… così, scavalcò la finestra, arrampicandosi giù dalla casa usando le travi e i mattoni leggermente più sporgenti della casa.

    Una volta sceso, cercò di uscire quatto quatto dalla fattoria, voltandosi di tanto in tanto per assicurarsi che sua madre non avesse sentito rumori o che. Appena fu abbastanza lontano dalla fattoria, cominciò a correre, diretto verso la città. La seconda parte difficile di quella sua piccola fuga notturna. Doveva assicurarsi di non farsi vedere dalle guardie o dagli abitanti ancora svegli. Entrato in città, cominciò a nascondersi dietro casse, barili, cespugli… a volte anche alberi. Per sua fortuna non c’erano troppe persone in giro, però. Dopo qualche minuto, finalmente riuscì ad arrivare a casa di Asko, sotto la finestra della sua camera. Decise di non tirare sassolini, magari lo avrebbe fatto arrabbiare ancora di più… così, decise di arrampicarsi e basta. Ma…

    Appena arrivato davanti alla finestra, Waleen notò che Asko era per terra! Si stava tenendo la testa e sembrava essere in agonia.
    “M-MEALA!”
    Waleen poggiò le mani sulla finestra, agitato e preoccupato per il suo amico. La finestra però non era chiusa bene, perciò si aprirono e Waleen fece un volo sul pavimento, finendo a terra accanto a lui.
    “Oooowwww…”
    Si mise in ginocchio, massaggiandosi un attimo la faccia. Ma non era momento di pensare al dolore. Raggiunse Asko, aiutandolo a mettersi seduto. Asko però gli mise una mano sul petto, spingendolo più lontano da sè, sempre tenendosi la testa.
    “No… v-vai via…”
    Ma Waleen scosse la testa, avvicinandosi di nuovo e mettendogli le mani sulle spalle.
    “No! Non me ne vado… s-stai male! Che è successo, Meala?!”

    Delle lacrime cominciarono a rigare il viso di Asko e Waleen sgranò gli occhi. Qualsiasi cosa fosse, sembrava grave… Asko raramente piangeva. Waleen lo abbracciò stretto stretto, sperando di riuscire a farlo calmare.
    “V-va tutto bene! Qualsiasi cosa sia io sono qui! Ti aiuterò, qualsiasi cosa sia...”
    Asko cominciò a singhiozzare e per un momento ricambiò l’abbraccio.
    “Io… io… Leen…”
    Ma poi, Asko smise di piangere improvvisamente. Si staccò dal suo abbraccio, spintonandolo via e rialzandosi.
    “Pft. Non sono mai stato meglio di così.”
    Waleen non riusciva a capire. Perchè aveva smesso di di piangere così di punto in bianco? Si sentiva così confuso…
    “Ma… ma poco fa eri sul pavimento e…”
    Ma Asko si avvicinò alla finestra, aprendola di più e indicando fuori.
    “Non sono affari tuoi, comunque! Ma poi, che diamine ci fai qui a quest’ora?! Ho bisogno di dormire! VATTENE!”

    Waleen sentì una fitta al cuore. Era andato lì per chiarire le cose con lui, ma forse a quel punto era meglio se avesse aspettato il giorno dopo. Waleen si rialzò, senza riuscire a guardare Asko negli occhi. Qualsiasi torto gli avesse fatto, ce l’aveva a morte con lui, sicuramente. O forse era altro? Prima sembrava agonizzante sul pavimento… ma non poteva chiedergli nulla in quel momento. Arrivato accanto a lui, davanti alla finestra, lo guardò un secondo, per poi guardare di nuovo in basso.
    “Notte, Meala…”
    Ma il suo amico nemmeno gli rispose e, una volta che Waleen uscì dalla finestra, Asko la chiuse, sbattendo forte le ante, facendo sobbalzare leggermente Waleen dallo spavento. Una volta arrivato ai piedi della casa, Waleen era ancora più triste di prima. Sospirò tristemente, cominciando ad incamminarsi per tornare a casa sua…

    ... Continua…


    Story, Code & Credits to »Primoo and Just_Robin for Chronicles Of A Broken Sky; dont Steal!


    Credits immagine: 洛克猴

    Edited by »Primoo - 1/5/2024, 17:00
     
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    Questo capitolo fa male al cuore </3 Povero Waleen, ma anche povero Asko, che sotto alla possessione è cosciente e si rende conto del male che sta facendo </3
     
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    CITAZIONE (Fade To R e d @ 1/5/2024, 21:03) 
    Questo capitolo fa male al cuore </3 Povero Waleen, ma anche povero Asko, che sotto alla possessione è cosciente e si rende conto del male che sta facendo </3

    E da ora in avanti va sempre peggio </3 No davvero scappo
    Fino al cap 7 si soffre (?) Poi c'è il timeskip, ho ricontrollato perchè onestamente me la ricordavo poco questa storia! Bello che poi è nata come rielaborazione di una fanfic che scrisse Just_Robin su Shadow of the Colossus, (che tra l'altro è il nostro videogioco preferito e quello che ci ha avvicinato... :blush: ) voleva essere un prequel agli eventi del videogioco originariamente :D Waleen è blandamente basato sul protagonista del gioco, Wander, solo che in 4 anni poi è diventato un po' il nostro bambino e l'abbiamo reso un pg originale xD
     
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